_Lo sguardo di una insider
_Una guida contemporanea al meglio di Cividale e i Colli orientali
_Sei passeggiate lente alla scoperta di Cividale tra retaggi longobardi, Medioevo, il Natisone, opere d’arte, lo shopping, buon cibo e con l’anima a posto.
_Tre itinerari enogastronomici raccontano il Collio orientale, tra cantine, natura, piccoli borghi, tenacia e fierezza.
_Svelano i loro luoghi del cuore di Cividale e Colli orientali: Erica Barbiani, Cristina Battocletti, Loretta Capanera, Michele Obit, Mauro Pascolini, Andrea Rucli.
“Ho scritto Cividale e Colli orientali una guida”, racconta l’autrice, “perché Cividale rappresenta tutto ciò che amo di più del mio Friuli: tradizioni, cultura e amore per la terra, il tutto accompagnato da un buon calice di vino”.
Sara Rovera, laurea in Lettere Moderne a Venezia e in Scienze della Comunicazione Editoria e Giornalismo a Verona. Da sempre appassionata di viaggi, cucina e lettura, ha un’anima curiosa che la porta a viaggiare per collezionare tessere di vita e istantanee di ricordi. Dopo aver vissuto e studiato in Australia, l’amore per la sua terra l’ha riportata in Friuli, dove vive e lavora. Per Odòs ha già pubblicato Verona una guida.
Gli imperdibili di Cividale
1. Il Tempietto Longobardo. Perché questo piccolo edificio sacro rappresenta l’apice del sapere artistico e scultoreo del popolo longobardo e, una volta entrati, avrete la sensazione di aprire uno scrigno ricolmo di oggetti preziosi: tra i raffinati dettagli dell’archivolto maggiore, il solenne corteo delle sei statue di figure femminili, gli eleganti affreschi e gli abilissimi esercizi d’intaglio degli stalli lignei non saprete proprio dove soffermare l’attenzione.
2. Il Museo Archeologico Nazionale. Un vero must see di Cividale grazie alla sua preziosissima (e bellissima!) raccolta di ritrovamenti di età longobarda. Perché in questo museo troverete non solo eccezionali reperti ma anche allestimenti ben curati ed esplicativi. Una combinazione vincente, che saprà regalarvi una completa immersione nel mondo e nella cultura del popolo longobardo.
3. Il Museo Cristiano e Tesoro del Duomo. Perché lasciare Cividale senza aver prima visto gli straordinari bassorilievi dell’ara di Ratchis e del battistero di Callisto non si può proprio fare. Quando perdersi nei dettagli fa bene all’anima.
4. Assistere a uno spettacolo del Mittelfest. Un festival speciale, in cui musica, danza, prosa, cinema e arti visive si uniscono per dare vita a spettacoli e collaborazioni dal grande impatto visivo ed emotivo. “Una galassia di esperienze e significati” che, in una cornice come quella di Cividale, si arricchiscono di tutta la magia del contesto.
5. Scoprire il territorio attraverso i suoi sapori. Perché per vivere pienamente la Cividale di oggi non si può rinunciare ad assaggiare i suoi sapori più caratteristici. Gubana, strucchi e vini dei Colli Orientali: quando la tradizione fa rima con la passione il risultato è garantito.
TOP5, inedite e originali classifiche delle guide incentro
Tempietto Longobardo
Per ammirare il volto nascosto degli antichi Longobardi
1)Gli stucchi dell’archivolto maggiore. Perché la raffinatezza dei dettagli e la minuzia dei particolari sapranno catturarvi al primo istante. E perché se si pensa che un tempo questi stucchi erano predisposti alla policromia e alla doratura, lo sforzo per immaginarsi la bellezza sfavillante che dovevano avere è un esercizio appagante.
2)Le sei statue di figure femminili. Poco importa se l’identificazione di queste sei statue di Sante non sia certa. Quello che conta è che queste sei sculture, con la loro espressiva immobilità e la verticalità accentuata, sanno coinvolgere nel loro mistico e solenne corteo devozionale l’osservatore, che si ritroverà immerso in una profonda e ammirata contemplazione.
3)Gli stalli lignei. Perché l’intaglio ligneo è una tecnica stupefacente che necessita non solo di artigiani capaci ma anche di mani che raccontano e creano meraviglia. E qui ci sono entrambi.
4)Gli affreschi del voltino centrale del presbiterio. Perché grazie ai loro colori accesi e alla finezza dell’esecuzione, questi affreschi ci danno un’idea della carica cromatica che doveva avere il Tempietto al tempo del suo massimo splendore. Uno sfavillio emozionante.
5)L’architettura interna. Perché, nonostante i volumi mutevoli, l’armonia degli spazi è garantita. E perché una volta entrati si ha la sensazione di aprire uno scrigno ricolmo di oggetti preziosi, che si scoprono a poco a poco, in un continuo rincorrersi di sguardi stupiti.
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