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_Lo sguardo di due insider
_Una guida contemporanea al meglio di Bologna
_Dieci passeggiate lente alla scoperta della città tra torri, portici, musei, l’atmosfera universitaria, gli eventi culturali, lo shopping, buon cibo e l’anima a posto
_Svelano i loro luoghi del cuore di Bologna: Emidio Clementi, Danila Comastri Montanari, Igort, Gianluca Morozzi, Grazia Verasani
“Abbiamo scritto Bologna una guida”, raccontano gli autori, “come atto d’amore alla città che ci ha accolto e ci fa sentire a casa, per farne conoscere i segreti a chi come noi vi arriva per la prima o l’ennesima volta”.
Marco Boscolo è immigrato dalle terre venete a Bologna ai tempi dell’università e oggi è ancora qui. Si sente fortunato a poter viaggiare come giornalista per realizzare reportage e audiodocumentari per testate nazionali e internazionali. È socio di formicablu, agenzia di giornalismo e comunicazione scientifica nata proprio sotto le due torri e quando non è in viaggio sa che la città felsinea è l’unico posto in Italia dove ci si sente “in bolla”.
Sara Urbani dopo aver vissuto a Udine, Trieste, Saint Andrews, Dublino e Milano ha scelto di mettere radici a Bologna per ragioni lavorative e affettive. Come science editor presso Zanichelli, storica casa editrice bolognese, cura i testi scolastici sia nella loro veste cartacea che digitale: in pratica da una decina d’anni vive letteralmente immersa nei libri. L’amore per i viaggi, e una smodata passione per i Balcani, l’ha portata a incrociare il suo cammino con Odòs.
Gli imperdibili di Bologna
1. Passare e ripassare in piazza Maggiore. Questo è il cuore della città fin dal Medioevo: qui, tra la basilica di San Petronio e palazzo d’Accursio, ancora oggi i bolognesi si incontrano a ogni ora del giorno e della notte e si tengono gli eventi pubblici più importanti. Piazza Maggiore è il centro di gravità a cui si finisce inevitabilmente per tornare e tornare.
2. Assaporare le glorie locali all’ombra delle Due Torri. Un grande vanto cittadino è senza dubbio la cucina, figlia di una delle culture gastronomiche più ricche e famose al mondo. Che si tratti di un piatto di tortellini in brodo da gustare lentamente o di una fetta di mortadella in piedi all’osteria, mangiare e star bene sono sinonimi di bolognesità. Punto di partenza ideale per goderne sono le botteghe del Quadrilatero all’ombra del simbolo della città: le Due Torri.
3. Visitare l’università più antica d’Occidente. Oltre che “la grassa”, Bologna è anche “la dotta”: dal 1088 l’Alma Mater è uno dei pilastri della vita cittadina. Scopritela all’Archiginnasio, in via Zamboni, tra le tombe dei glossatori o perdendovi in uno dei suoi tanti musei: qui per secoli sono passate generazioni di studenti provenienti da ogni angolo d’Europa.
4. Salire a San Luca sotto il portico più lungo del mondo. Non si capisce fino in fondo Bologna se non si esplora il suo rapporto con i colli appena fuori porta. Arrampicarsi fino al santuario della Beata Vergine di San Luca, percorrendo i quasi 4 km di strada porticata, è un’esperienza da vero bolognese. Oltre a regalare begli scorci panoramici sulla città, aiuta a smaltire gli eccessi della tavola!
5. Godersi uno dei tanti festival artistici. Tra grandi eventi e rassegne underground, la vita culturale di Bologna è di quelle che non lasciano mai l’agenda in bianco. Che vi piacciano l’arte contemporanea o il fumetto, che siate appassionati di musica o cinefili incalliti, ogni stagione hai il festival giusto per attirarvi in città.
TOP5, inedite e originali classifiche delle guide incentro
Figure ‘mitologiche’
Sono tipici di Bologna alcuni ‘tipi umani’ a cavallo tra mito e realtà, vi raccontiamo qui solo i più popolari.
1)Iniziamo dalla commedia dell’arte, con la maschera bolognese del dottor Balanzone: il classico personaggio serio,
saccente e presuntuoso che spesso sproloquia in latino maccheronico. È un omone dalle guance rubizze, veste la
toga nera dei professori dello Studium. La sua fama arriva anche in tavola, infatti i balanzoni sono un tipo di tortelloni
di sfoglia verde ripieni di ricotta e spinaci, spesso conditi con burro e salvia.
2)Una decina di anni fa, lo scrittore Danilo Masotti ha evidenziato l’importanza antropologica e sociale dell’umarell.
Letteralmente “ometto”, si tratta del pensionato attratto dagli scavi e dai cantieri pubblici come un’ape dai
fiori. Spesso con le braccia dietro la schiena, giornale locale sotto l’ascella e cappello in testa, l’umarell è un controllore
del buon andamento della cosa pubblica, una specie di figura di garanzia dell’impegno civile che Bologna ha
sempre espresso.
3)C’è poi la mitica zdaura (o resdora) che abbiamo già citato più volte, ovvero la “reggitrice” della casa, archetipo della
massaia e cuoca sopraffina. Le radici di questa figura affondano nel passato e le sue prodezze gastronomiche sono
note in tutta la regione… il suo regno è la cucina e il suo scettro è il mattarello!
4)Girando per la città potreste notare degli annunci in cui si offrono piccoli servizi di tuttofare, e di solito chi li propone
si qualifica come ciappinaro. A Bologna infatti, con questa parola si intende qualcuno capace di fare piccoli lavori artigianali (o ciappini): devi aggiustare una porta che non chiude bene? c’è da imbiancare una stanza? hai un giardino da
sistemare? chiama il ciappinaro!
5)Sempre nell’ambito dei lavoretti artigianali, ci sono invece altre due figure estremamente specializzate che incuriosiscono i forestieri’, sono il plastichino e il fontaniere. Il primo è la persona che si occupa degli impianti di scarico in materiale plastico, il secondo è più in generale l’idraulico: bisogna fare attenzione a rivolgersi al professionista giusto…
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