Vicenza una guida
18,00€
Autrice: Annamaria Macripò
Formato cm: 12 x 16,5
Pagine: 288
Isbn: 979-12-80997-09-8
In libreria da luglio 2025
_Lo sguardo di una insider
_Una guida contemporanea al meglio di Vicenza
_settei passeggiate lente a Vicenza tra arte, musei, storie, arte, buon cibo e con l’anima a posto.
_Svelano i loro luoghi del cuore di Vicenza: Alberto Graziani, Efraim Medina Reyes, Enrico Mitrovich, Stefano Strazzabosco, Daniele Zovi.
“Ho scritto Vicenza una guida”, racconta l’autrice, “per provare a guardare con occhi diversi una città con la quale ho sempre vissuto un legame ambivalente e dalla quale mi sono allontanata più volte, ma che, ogni qual volta vi ho fatto ritorno, mi ha sempre accolta con affetto, invitandomi con dolcezza a restare.
Annamaria Macripò: pugliese di nascita, ha vissuto a Taranto, Vicenza e Trieste, ritornando poi a Vicenza per uno dei tanti casi (fortuiti e fortunati) della vita. Laureata in Traduzione a Trieste, traduce per vivere spaziando dai viaggi alla magia (conosce ora il segreto per far apparire un coniglio dal cilindro e altre diavolerie!). Fotografa e film-maker per passione, ha realizzato alcuni corti, incluso un video musicale, e due documentari. Il suo Da lontano, più forte è stato selezionato nella sezione Italiana.doc al Torino Film Festival 2020. L’ennesimo cortocircuito della vita l’ha portata a incontrare Odòs e a scrivere questa guida sulla città che ha scelto (?) di abitare (ma forse è stata proprio Vicenza a scegliere lei)
Gli Imperdibili di Vicenza
1. Sostare davanti alla Basilica palladiana in un momento di pura estasi e perdersi di fronte alla maestosa bellezza di questo capolavoro architettonico invidiato e copiato in tutto il mondo. In alternativa (anzi, in aggiunta), provare lo stesso attimo di beatitudine entrando nello stupefacente teatro Olimpico. Sindrome di Stendhal assicurata in entrambi i casi!
2. Spingersi fuori dal centro per ammirare un altro capolavoro del genio del Palladio, la Rotonda, dopo aver percorso la via dei pellegrini lungo il porticato che sale fino al santuario di Monte Berico e aver apprezzato il panorama dal “balcone” di piazzale della Vittoria, provando da quel punto di vista privilegiato a individuare e riconoscere i vari monumenti e palazzi ammirati durante le passeggiate.
3. Andare alla ricerca dei diversi ponti nel centro cittadino, dal più romantico ponte San Michele al ponte di ferro di inizio Novecento su viale Giuriolo, cercando di indovinare quale dei due fiumi (Bacchiglione o Retrone) si sta attraversando, dopo aver appreso la storia della deviazione del loro corso a causa delle frequenti inondazioni.
4. Godersi un giro fra le vetrine dei negozi storici alla ricerca di qualche souvenir da portare a casa scegliendo tra prodotti tipici, monili preziosi e artigianato locale, e scattando foto curiose di stencil che raffigurano i simboli di Vicenza, tra immagini di gatti, serliane e miti del calcio rimasti nel cuore dei vicentini.
5. Perdersi tra i vicoli della Vicenza rinascimentale con il naso all’insù per ammirare i bei palazzi dei nobili di un tempo che affidarono i progetti delle loro dimore ai più bravi architetti sulla piazza, rendendo Vicenza un gioiello architettonico e urbanistico inimitabile.
TOP5, inedite e originali classifiche delle guide incentro
Film girati a Vicenza e dintorni
Ciak… azione!
Vicenza con il suo patrimonio architettonico e le sue colline verdeggianti è stata set ma anche attrice comprimaria di molti lungometraggi, corti e spot pubblicitari. Dalle contemporanee produzioni bollywoodiane, che apprezzano la bellezza delle ville palladiane, al cinema d’autore, dalla commedia all’italiana anni Settanta alle più recenti fiction televisive da prima serata. Nell’impossibilità di raccontare tutto (sul sito di Vicenza Film Commission è però presente un elenco esaustivo), ci soffermiamo su alcuni celebri film. Ecco la nostra, seppur limitata, lista.
1. Il commissario Pepe (1969), diretto da Ettore Scola, ha per protagonista Antonio Pepe (interpretato da Ugo Tognazzi), commissario di polizia che cerca di risolvere i problemi con il buonsenso. Trovandosi a indagare su una serie di reati a sfondo sessuale scoprirà che l’intera società è permeata da ipocrisia e menzogna e tutti sono in qualche modo colpevoli. Le immagini di Vicenza scorrono fin dall’inizio del film, immortalando una città di provincia e i suoi vizi nascosti. Piccolo cammeo del poliedrico scrittore vicentino Virgilio Scapin (vedi Vicenza incentro alla cultura).
2. Il comune senso del pudore (1976), film a episodi diretto e interpretato da Alberto Sordi. Una scena del terzo episodio, girato a Vicenza, vale l’intero film: un’edicola nella centralissima piazza dei Signori che straripa di giornaletti per adulti creando un enorme (quanto ipocrita) scandalo. Protagonista il giovane magistrato della città, impegnato nella lotta contro tale stampa “proibita”, stampa che però solletica l’interesse della moglie, interpretata da Claudia Cardinale.
3. Il prete bello (1989), film di Carlo Mazzacurati tratto dall’omonimo romanzo di Goffredo Parise. Ambientato nella provincia veneta durante il periodo fascista, la trama si svolge attorno alla figura di don Gastone Caoduro (interpretato dall’attore Roberto Citran), un prete giovane ed elegante, oggetto di desiderio e a sua volta concupiscente. Al centro della storia anche due ragazzini proletari, Sergio e Cena, e a far da sfondo ancora una volta l’ipocrita e finto perbenismo adulto della provincia veneta.
4. Primo amore (2004), diretto da Matteo Garrone e interpretato da Vitaliano Trevisan (scrittore vicentino – vedi Vicenza incentro alla cultura – che contribuisce anche alla sceneggiatura assieme allo stesso Garrone e a Massimo Gaudioso) nel ruolo di un orafo vicentino ossessionato dalle ragazze magre. Vicenza e l’arte orafa fanno da sfondo a un rapporto psicotico e malato tra vittima e carnefice. Film duro nella descrizione di questa follia, imposta, subita, e in parte condivisa.
5. Torneranno i prati (2014), scritto e diretto da Ermanno Olmi. Con questo film facciamo un’altra eccezione e lasciamo la città per andare in provincia e più precisamente sull’altopiano di Asiago, set cinematografico ma anche tragicamente reale degli ultimi sanguinosi scontri della Prima guerra mondiale. Il silenzio e il bianco nevoso della montagna vicentina fanno da contraltare all’assurdità e all’orrore della guerra; è un film quasi senza trama, fatto tutto di suggestioni per sbatterci in faccia – perché il messaggio non arriva mai abbastanza forte – che ogni conflitto è inutile e porta solo morte e orrore.