_Lo sguardo di un insider
_Una guida contemporanea al meglio di Siracusa
_dieci passeggiate lente tra arte, musei, racconti, buon cibo e con l’anima a posto.
_Svelano i loro luoghi del cuore di Siracusa: Giuseppe Norcia, Emiliano Colomasi, Simona Lo Iacono, Patrizia Maiorca e Alessandro Campagna.
Gianluca Baronchelli è fotografo, giornalista e autore specializzato in reportage di viaggio, arte e archeologia. Raramente risiede a lungo nello stesso posto, sentendosi a casa ogni volta che viaggia. Attualmente ha scelto di vivere in Sicilia, a Noto. Collabora con varie testate di settore, tra le quali National Geographic Italia, Traveler National Geographic, Bell’Italia, In Viaggio, Archeologia Viva. Si concentra principalmente su due filoni di interesse: il concetto di genius loci – lo spirito e l’insieme delle caratteristiche che rendono unico ogni luogo – e la mescolanza di popoli, culture e tradizioni come volano e opportunità di crescita e sviluppo. Ama cucinare, ascoltare jazz, giocare a tennis e perdersi in vespa. Non necessariamente nella stessa giornata.
Gli Imperdibili di Siracusa
Gli imperdibili di Siracusa
1.Il Teatro greco e il Parco archeologico. È stato il più grande teatro greco della Sicilia e di tutta la Magna Grecia, il cuore pulsante della vita pubblica, religiosa, sociale e culturale dell’antica Syrakousai, autentico faro culturale del Mediterraneo. Oggi trasformata in parco archeologico, quest’area fino al secolo scorso è stata in realtà vissuta a vario titolo da generazioni e generazioni di siracusani: giardino per le passeggiate quotidiane, rifugio amoroso, sede di attività artigianali che si perdono nel tempo. Dalla summa cavea vedrete il mare, con il suo carico di luce, colori e storie.
2. Passeggiare all’alba o al tramonto tra piazza Duomo e piazza Minerva. L’una si inserisce nell’altra, a formare un insieme e uno spettacolo unici al mondo. Piazza Minerva è un libro di pietra, capace di riannodare i fili della plurimillenaria storia della città con la sua tavolozza greca, bizantina, araba, sveva, normanna, spagnola e barocca. E piazza Duomo vi rapirà con le sue quinte e la sua forma allungata, abbagliandovi col bianco abbacinante della pietra che al tramonto si infuoca all’improvviso, virando prima all’ocra e poi al rosso più vivo.
3. Il Tempio di Apollo. Edificato nel VI secolo a.C., è un gioiello unico e prezioso, da preservare e proteggere come un tesoro: da qui nasce e si sviluppa la grande architettura greca. È il primo e più antico tempio dorico arcaico di tutta la Magna Grecia costruito interamente in pietra, anziché in legno, ideale porta d’accesso all’antica Syrakousai. Del luminoso passato di Siracusa il tempio è radice, custode, cantore, sentinella attenta e silente. È meraviglioso a ogni ora del giorno ma, a noi di incentro, piace tantissimo circumnavigarlo lentamente a piedi di notte, quando la città dorme e i proiettori lo puntano fasciandolo di luce.
4. Percorrere il lungomare di Levante e il lungomare di Ponente (e poi perdersi tra i vicoli di Ortigia). Ci sarà un perché, se le nostre guide sono sempre strutturate in passeggiate lente. Sì, ci piace camminare, e camminare in riva al mare ancora di più. Il periplo di questa meravigliosa isola nell’Isola, lo scogghiu, come si chiama qui, vi regalerà scorci sempre nuovi e diversi, tra un belvedere e l’altro, passando dalla fonte Aretusa al castello Maniace, dalle antiche mura poste a difesa della città agli scogli teatro di mille leggende e di mille battaglie, dal mare e con il mare. E poi, potrete cercare l’ombra e il profumo dei panni stesi tra gli stretti vicoli di Ortigia, tra una granita e una brioscia.
5. L’area marina protetta del Plemmirio e la penisola della Maddalena. Siracusa al mare è indissolubilmente legata, e non è possibile capire la città e i suoi abitanti senza immergersi – è il caso di dirlo! – in questo angolo di paradiso. La penisola della Maddalena con la sua linea di costa si dipana dal Porto grande della città sviluppandosi a est tramite Punta della Mola e la Pillirina, per giungere a sud a Capo Murro di Porco e all’area marina protetta del Plemmirio, risalendo a ovest. Uno straordinario paradiso naturalistico, da percorrersi a piedi o in MTB, che offre infinite possibilità di gite in barca e immersioni tra fondali ricchissimi di pesci, coralli, stalattiti e grotte.
TOP5, inedite e originali classifiche delle guide incentro
Maschere barocche
Prima che ogni angolo di strada fosse presidiato dall’occhio delle telecamere, a controllarci ci pensavano loro, con espressione buffa, mostruosa, angelica o severa: la nostra personalissima classifica delle maschere barocche che da androni, cantonali, portali e facciate da secoli guardano il fluire del tempo e delle persone.
1.Cantonale tra via Roma e via del Consiglio Reginale. È una maschera faunesca fitomorfa di non grandissime dimensioni, con espressione più beffarda che minacciosa, nonostante le fauci spalancate e le zanne ricurve.
2. Angolo tra via Alagona e via Maestranza. Come nel caso precedente, rappresenta un fauno, senza però elementi fitomorfi, ma sempre con fauci spalancate e zanne bene in vista.
3. Via Maestranza 99. Se volgete lo sguardo in alto, tutta la facciata di palazzo Impellizzeri è riccamente decorata con teste di uomini baffuti e barbuti, impreziosite da eleganti e sobri elementi decorativi floreali. L’espressione è fiera, quasi paradigma ed emblema di un ordinamento sociale, di potere e di benessere economico.
4. Via Mirabella 55. Splendida maschera fitomorfa con gote e naso prominenti, quasi arcimboldeschi. L’espressione risulta infinitamente più severa di quella del leone che regge lo stemma nobiliare e sovrasta la maschera, facendolo apparire molto più dolce di quanto fosse probabilmente nei piani del committente!
5. Via Roma 152. Dulcis in fundo, questi superbi gocciolatoi, scolpiti come mostruose teste dalle sembianze umane, con fauci spalancate, denti che avrebbero bisogno di un dentista più che bravo, e sopracciglia che richiederebbero a un estetista un bel po’ di lavoro!
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